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Myocoptes musculinus

  • Disciplina: Medicina (ANIMALI ESOTICI)
  • Specie: Topo

Myocoptes musculinus è un acaro astigmato, appartenente al sottordine Sarcoptiformes e alla famiglia Listrophor idae, che parassita i muridi sia selvatici che domestici, ma può interessare anche altre specie come ad esempio la cavia e il criceto.

MORFOLOGIA E CICLO BIOLOGICO
Le dimensioni dell'acaro adulto sono piuttosto ridotte, 300 mm per la femmina (Fig. 1) e 200 mm circa il maschio (Fig. 2).  La femmina è facilmente riconoscibile poichè possiede l'estremità caudale del corpo allungata ed arrotondata con l'attaccatura degli arti che non supera la metà anteriore del corpo. Il terzo e quarto paio di arti sono più grandi rispetto ai primi due e sono modificati a formare un grosso uncino, che consente all'artropode di ancorarsi saldamente al pelo dell'animale. Al contrario il maschio possiede solamente il terzo paio di arti modificati per questa funzione mentre il quarto paio, piuttosto tozzi e robusti, vengono utilizzati durante l'accoppiamento per aggrapparsi alla femmina. Quest'ultimo paio di arti, inoltre, è attaccato piuttosto caudalmente mentre l'estremità posteriore, compresa tra questi, risulta bilobata e sporgente. A differenza di molti Sarcoptidae, questo acaro non è scavatore, bensì vive sul mantello dove si nutre e depone le uova (Fig. 3) ancorandole saldamente al pelo dell'ospite. Il ciclo biologico, che si svolge interamente sull'ospite, si completa in circa due settimane e gli stadi post-schiusa sono quelli caratteristici della famiglia: larva esapode, due stadi ninfali ed infine l'adulto.

SEGNI CLINICI
Il riscontro di questo parassita è piuttosto frequente sebbene di solito, nel caso di infestazioni lievi, i segni clinici siano modesti od assenti. Nelle infestazioni più gravi possono comparire prurito, infiammazione cutanea, desquamazione, formazione di croste e lesioni da grattamento, spesso complicate da infezioni batteriche secondarie.

DIAGNOSI E TRATTAMENTO
Trattandosi di un acaro di superficie può essere campionato attraverso scotch-test, spazzolamento o strappamento del pelo, osservando successivamente al microscopio ottico sia i parassiti, adulti, larve o ninfe, che le loro uova di forma allungata adese al pelo. Il trattamento può essere effettuato somministrando prodotti a base di piretro e piretroidi ad uso topico, selamectina spot-on ed ivermectina per os oppure per via sottocutanea. Contestualmente è necessario trattare eventuali altri animali presenti nello stesso ambiente nonché effettuare un accurato lavaggio e disinfezione della gabbia e degli eventuali arredi.

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