Termine

Disciplina

Specie

Utenti
12214
Schede
512

Cheyletiellosi

  • Disciplina: Dermatologia
  • Specie: Cane e Gatto

La cheyletiellosi è una malattia dermatologica parassitaria e contagiosa del cane, del gatto e del coniglio causata dall’acaro Cheyletiella spp.

MORFOLOGIA E CICLO BIOLOGICO DEL PARASSITA
L’acaro ha corpo ovoidale-esagonale di 300-500µm di lunghezza ed è caratterizzato da un rostro sviluppato con palpi terminanti con due prominenti uncini ricurvi e contrapposti. Gli arti sono sviluppati e terminano con delle appendici (empodium) a forma di pettine (Figg. 1 e 2).
Cheyletiella manifesta una preferenza di parassitismo: una specie si è adattata prevalentemente al gatto (Cheyletiella blakei), una al cane (Cheyletiella yasguri) e una al coniglio (Cheyletiella parasitivorax); non esiste un’effettiva specie specificità per cui sono possibili infestazioni da parte degli acari su specie diverse da quelle su cui si sono maggiormente adattate. Le tre specie di Cheyletiella si differenziano per la morfologia dell’organo sensoriale (solenidio) situato sul terzo segmento del primo paio di arti: a forma di cuore in C. yasguri, conico in C. blakei e globoso in C. parasitivorax.
Il ciclo vitale dell’acaro si svolge interamente sull’ospite (parassitismo permanente), dura circa tre settimane e gli adulti possono sopravvivere per almeno 10 giorni al di fuori dell’ospite senza alimentarsi. Sull’ospite, Cheyletiella vive nello strato corneo dell’epidermide muovendosi rapidamente in pseudo-gallerie e nutrendosi di detriti epidermici. Le uova, deposte sui fusti piliferi, sono piccole e, a differenza delle uova dei pidocchi (lendini), non sono opercolate e sono fissate labilmente al pelo per mezzo di lassi filamenti fibrillari intrecciati (Fig. 3).
Il contagio avviene prevalentemente tramite contatto diretto, raramente tramite l’ambiente infestato ed eccezionalmente Cheyletiella può essere veicolata da altri parassiti come pulci, pidocchi e mosche. La trasmissione all’uomo è possibile e le lesioni sono rappresentate da papule crostose pruriginose (Fig. 4).



SEGNI CLINICI
Gli animali infestati, solitamente cuccioli provenienti da allevamenti o negozi di animali, manifestano lesioni prevalentemente sulla regione dorso-lombare, caratterizzate da scaglie secche di dimensioni variabili (dermatite desquamativa) (Figg. 5, 6 e 7).
Nelle gravi infestazioni, ad un’osservazione ravvicinata della cute, è possibile riconoscere tra le scaglie, sia le uova che gli acari in movimento; questi ultimi vengono confusi con i cheratinociti esfoliati dal momento che spesso da un punto macroscopico non è facile differenziare i parassiti dalle scaglie di piccole dimensioni (Fig. 8). Per questo motivo gli autori anglosassoni hanno simpaticamente coniato il termine walking dandruff (forfora che cammina).
Il prurito è d’intensità variabile, da assente, nelle infestazioni recenti, fino a molto intenso. Alcuni soggetti presentano lesioni papulo-crostose (dermatite miliare nel gatto) e, in relazione all’intensità del prurito, lesioni da autotraumatismo (alopecia, escoriazioni, ulcere, croste). Nel gatto è frequente il riscontro di alopecia simmetrica autoindotta e, più raramente, di lesioni eosinofiliche raggruppate nel cosiddetto complesso del granuloma eosinofilico (placca eosinofilia, granuloma eosinofilico).  




DIAGNOSI
La diagnosi di Cheyletiellosi si effettua osservando il parassita o le sue uova al microscopico. La tecnica di elezione per la ricerca di Cheyletiella è l’esame microscopico del materiale prelevato per spazzolamento del mantello (tramite un pettine a denti stretti o direttamente con le mani) e raccolto dal tavolo da visita mediante del nastro adesivo trasparente (scotch test) (Figg. 9, 10 e 11). In presenza di considerevoli quantità di parassiti sulla superficie del mantello è possibile prelevarli apponendo direttamente sulla cute dell’animale la parte adesiva del nastro trasparente.
Un’altra tecnica diagnostica utilizzabile è rappresentata dal raschiato cutaneo superficiale, soprattutto in presenza di scarse lesioni e di un esiguo numero di parassiti.
L’esame microscopico del pelo consente di osservare le uova del parassita ancorate al fusto pilifero, mentre, in soggetti con prurito, non è infrequente il riscontro, soprattutto nel gatto, di parassiti o loro uova nel corso di un esame coprologico per flottazione.



DIAGNOSI DIFFERENZIALE

  • Altre ectoparassitosi
  • Leishmaniosi
  • Difetti della corneificazione
  • Malattie allergiche
  • Dermatofitosi (gatto)

TERAPIA
Nessuna molecola è attualmente registrata in Italia per il trattamento della Cheyletiellosi del cane e del gatto; sono stati utilizzati, con ottimi risultati, prodotti ad attività acaricida sia topici (fipronil spray 2 volte al mese nel cane e spot-on in unica somministrazione nel gatto), sia sistemici come la selamectina spot-on (2 applicazioni a distanza di un mese), l’ivermectina iniettabile (0,2-0,3 mg/kg SC 2 volte a 14 giorni di intervallo) e, nel cane, la moxidectina spot-on, disponibile in associazione con imidacloprid (2 applicazioni a distanza di un mese). Il trattamento acaricida va esteso sempre a tutti gli animali in contatto con quelli infestati.


Bibliografia

  1. Albanese F, Leone F. Manuale pratico di parassitologia cutanea del cane e del gatto. Ed. Pfizer 2007
  2. Bowmann DD. Family Cheyletiellidae. In Georgi’s Parasitology for Veterinarians, 8th edn. Saunders St. Louis, 2003; 72-3
  3. Chadwick AJ. Use of a 0.25 per cent fipronil pump spray formulation to treat canine cheyletiellosis. J Small Anim Pract 1997;38(6):261-2
  4. Chailleux N, Paradis M. Efficacy of selamectin in the treatment of naturally acquired cheyletiellosis in cats. Can Vet J 2002;43(10):767-70
  5. Curtis CF. Current trends in the treatment of Sarcoptes, Cheyletiella and Otodectes mite infestation in dogs and cats. Vet Dermatol 2004; 15(2):108-14.
  6. Fisher MA, Shanks DJ. A rewiew of the off-label use of selamectin (Stronghold/Revolution) in dogs and cats. Acta Vet Scand 2008; 50:46
  7. Ghubash R. Parasitic miticidal therapy. Clin Tech Small Anim Pract 2006; 21(3): 135-44.
  8. Littlewood JD. Treatment of scabies, trombiculidiasis, cheyletiellosis and pediculosis. In Proceedings 22nd Annual Congress of the ESVD-ECVD, Mainz 2007; 79-83
  9. Loft KE. Efficacy of imidacloprid 10 per cent/moxidectin 2-5 per cent spot-on in the treatment of cheyletiellosis in dogs. Vet Rec 2007;160(15):528-9
  10. McGarry JW. Identification of Cheyletiella eggs in dog faeces. Vet Rec 1993;132(14):359-60
  11. Mueller RS, Bettenay,SV. Efficacy of selamectin in the treatment of canine cheyletiellosis. Vet Rec 2002;151(25):773
  12. Paradis M, Villeneuve A. Efficacy of ivermectin against Cheyletiella yasguri Infestation in Dogs. Can Vet J 1988; 29(8)633-5
  13. Paradis M. Clinical presentation, diagnosis and new treatment for Cheyletiella, Sarcoptic, and otodectic acariases. In Proceedings Fourth World Congress of Veterinary Dermatology, San Francisco, California 2000; 105-11
  14. Saevik BK, Bredal W,Ulstein TL. Cheyletiella infestation in the dog: observations on diagnostic method and clinical signs. J Small Anim Pract 2004;45(10):495-500
  15. Scarampella F et al. Efficacy of fipronil in the treatment of feline cheyletiellosis. Vet Parasitol 2005;129(3-4):333-9
  16. Scott DW, Miller WH, Griffin CE. Cheyletiellosis. In Scott DW, Miller WH, Griffin CE: Muller and Kirk’s Small Animal Dermatology, 6th ed. WB Saunders Company, Philadelphia 2001; 453-7
  17. TaylorMA, Coop RL, Wall RL. Cheyletiella blackei Cheyletiella yasguri. In Parassitologia e Malattie Parassitarie degli Animali. EMSI, Roma 2010; 445-6
  18. Wall R, Shearer D. Cheyletiellidae. In Veterinary Ectoparasites: biology, pathology & control. Second edition, Blackwell Science, Oxford 2001; 45-6
SCIVAC

Novità editoriali

Eventi

Sponsorizzato da Advantix e Seresto
0
Shares

Like what you see?

Hit the buttons below to follow us, you won't regret it...

0
Shares