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Alimentazione e nutrizione dei pesci ornamentali in acquario [2]

  • Disciplina: Acquariologia e medicina degli organismi acquatici
  • Specie: Pesci

I mangimi semplici sono tutti quei prodotti di origine animale o vegetale disponibili allo stato naturale, freschi o conservati compresi i derivati della loro trasformazione industriale. Sono quelle sostanze organiche e inorganiche, contenenti o meno additivi, destinate all'alimentazione degli animali, come tali o previa trasformazione. Possono essere somministrati direttamente agli animali, usati per la preparazione di mangimi composti oppure come supporto degli additivi nelle premiscele. In acquariofilia è presente una gamma molto ampia di alimenti semplici: essiccati, liofilizzati, surgelati e in taluni casi anche vivi che il veterinario deve conoscere e consigliare in relazione alle singole esigenze delle specie ospitate in ambiente controllato.

Le materie prime
Gli alimenti semplici disponibili sul mercato sono composti per lo più da invertebrati d’acqua dolce e salata provenienti da allevamenti. L’idea dell’utilizzo di un alimento semplice in acquariofilia riprende quanto avveniva agli albori dell’hobby quando i primi acquariofili somministravano alimenti naturali come gli invertebrati prelevati direttamente in natura. La richiesta moderna nasce sia dalla volontà di voler ricreare un’alimentazione il quanto più simile a quella naturale ma nel contempo sicura dal punto di vista della salubrità, sia dalla necessità di dover alimentare esemplari con specifiche esigenze come quelli provenienti dalle catture controllate. Questi organismi impiegano infatti più tempo prima si adattarsi agli alimenti completi granulati o in scaglie rispetto a quelli riprodotti negli allevamenti ittici ornamentali. Il veterinario deve dunque conoscere le materie prime, le caratteristiche nutrizionali dei mangimi semplici e i trattamenti industriali utilizzati affinchè siano rispettati i parametri igienico/sanitari in fase di produzione e distribuzione del prodotto. L’Artemia salina (Linnaeus, 1758) (Fig. 1) è un piccolo crostaceo che vive nelle saline e nei laghi salati di molte zone del globo. È l’invertebrato più utilizzato nell’acquacoltura mondiale, non solo in quella ornamentale. La produzione mondiale, localizzata principalmente negli U.S.A. e in Cina, ha consentito la nascita di una florida industria basata sia sull’allevamento e sulla trasformazione degli adulti sia sul prelievo e commercializzazione delle cisti dalle quali si ottengono le forme larvali immature (naupli) (Fig. 2).

Fig.1 Artemia salina Flickr

Le larve di ditteri sono molto apprezzate in acquariofilia, quelle bianche di zanzara (white mosquitos) (Fig. 3) e quelle nere (black mosquitos) sono ricche di proteine e acidi grassi insaturi. Altrettanto richieste sono quelle appartenenti al genere Chironomus (bloodworm) note come “larve rosse di zanzara” (Fig. 4) per via dell’elevata presenza di emoglobina nei tessuti così come l’anellide tubifex (Fig. 5). Le specie appartenenti al genere Daphnia (Fig. 6), le cosiddette “pulci d’acqua” , sono appetibili, ricche di proteine e fibre. Per gli acquariofili più esigenti o che ospitano organismi specifici come alcuni coralli, sono disponibili mangimi semplici porzionati sia di dimensioni microscopiche quali fitoplancton, plancton, rotiferi e Calanus (Fig. 7) sia di maggiori dimensioni specifiche per pesci carnivori più grandi come insetti, Gammarus, Mysis, calamaro, polpo, cozza verde, latterino (Fig. 8), krill del Pacifico e persino piccoli mammiferi.

Fig.3 Larve bianche zanzara Arbuatti Fig.4 Larva rosse zanzara Arbuatti Fig.5 Tubifex Arbuatti
Fig.6 Daphnia Flickr Fig.7 Calanus(B) Arbuatti

Le tecnologie produttive

I prodotti liofilizzati
L’essiccazione industriale dell’alimento semplice, basata sul passaggio di flussi d’aria calda e secca sulla materia prima, è un processo ormai poco utilizzato. Permane ancora in alcune nazioni per la lavorazione dell’alga spirulina subito dopo la raccolta e prima dell’invio alle aziende mangimistiche. Nell’ambito dell’industria acquaristica l’essiccazione è stata sostituita dalla liofilizzazione nota con il termine anglosassone di “Dry freeze”. Nonostante il prodotto finale possa sembrare simile a quello essiccato, il procedimento si basa su un congelamento rapido della materia prima fresca a -40° seguito dall’abbassamento della pressione all’interno della linea di produzione. In tal modo si attiva il processo di sublimazione che consente la fuoriuscita dall’acqua dalla materia prima passando allo stato gassoso. La materia prima così trattata è subito destinata al confezionamento sottovuoto. Il prodotto finale può presentarsi sciolto (Fig. 9) o porzionato in comodi cubetti (Fig. 10). Questa tecnica garantisce il mantenimento delle caratteristiche nutrizionali, il mangime si presenterà privo di umidità, facilmente stoccabile e lentamente reidratabile a contatto con l’acqua dell’acquario o prima della somministrazione. In termini di conservabilità, l’alimento possiede una bassissima water-activity risultando così un substrato non ottimale per lo sviluppo dei microrganismi. Le formulazioni commerciali sono vendute in barattoli sottovuoto che una volta aperti devono essere conservati al buio, in luoghi con bassa umidità ed evitando di far cadere acqua all’interno della confezione poiché in tal caso il liofilizzato potrebbe divenire un ottimo substrato per lo sviluppo di batteri e muffe (Fig. 11). L’appetibilità finale è mantenuta e il prodotto viene somministrato e conservato a temperatura ambiente.

Fig.9 Daphnia liofilizzata sciolta Arbuatti

Fig.10 Tubifex liofilizzato cubettato Arbuatti

Fig.11(A) liofilizzato muffe Arbuatti

Alimenti surgelati
Questo trattamento è in genere applicato a crostacei, larve, plancton, fitoplancton, molluschi e piccoli mammiferi. L’abbattimento, immediato e repentino, è ottenuto attraverso l’applicazione di basse temperature (-18°) direttamente sulla materia appena raccolta. In tal modo si blocca lo stato di conservazione mantenendo tutte le caratteristiche nutrizionali. In acquariofilia sono disponibili numerosi alimenti surgelati in blisters mono porzione (Fig. 12) o direttamente in lastre (Fig. 13) che andranno conservati nel congelatore domestico e di volta in volta frammentate in base alle esigenze. Il punto forte di questi alimenti è l’elevatissima appetibilità favorita anche da una maggior quantità d’acqua contenuta, rispetto ai prodotti liofilizzati. Questo aspetto deve però condurre a un doppio spunto di riflessione. Il primo riguarda la fondamentale importanza del mantenimento della catena del freddo lungo tutta la filiera commerciale fino a casa. Il punto critico di più frequente riscontro è infatti proprio nella fase della commercializzazione al dettaglio. Al momento dell’acquisto non sempre basta avvolgere il blister solo nella carta ma è consigliabile l’utilizzo di buste termiche con siberini o piccoli imballi ben isolati e coibentati (Fig. 14). Nonostante possa sembrare un eccesso di attenzione, va ricordato che il mancato rispetto della catena del freddo comporta un progressivo decadimento nutrizionale e una crescita batterica che talora può risultare in tossinfezioni nei pesci. Inoltre, al momento della somministrazione in acquario non bisogna mai offrire ai pesci alimento ancora congelato; la bassa temperatura può infatti causare portare disordini digestivi. Per questo motivo la porzione deve essere prima posta a scongelare a temperatura ambiente, poi arricchita con complessi multivitaminici per pesci (Fig. 15) e, solo dopo che il ghiaccio si è completamente sciolto, somministrata in vasca. Un procedimento semplice ma che deve tener conto anche della quantità di alimento utilizzato poiché quello surgelato tende a sporcare maggiormente l’acqua frammentandosi con facilità.

Fig.12 Mix congelato cubettato Arbuatti Fig.13 Lastra Artemia salina Arbuatti Fig.14 imballo surgelato ben fatto Arbuatti Fig.15 Vitamine su Artemia Arbuatti

Alimentazione viva
Molti appassionati necessitano di un vero alimento vivo specie per alimentare gli avannotti o gli adulti di talune specie. Nonostante siano disponibili alimenti micronizzati per avannotti, non di rado si ricorre all’allevamento di cibo vivo, in particolare di Artemia salina. Le cisti commercializzate provengono dalla Cina o dai grandi laghi salati degli U.S.A. Queste devono essere poste in specifici schiuditoi contenenti acqua salata, calda e areata per circa 24 ore. Dopo questo periodo dalle cisti fuoriescono i naupli, ossia le forme immature di caratterizzati da un nobilissimo profilo nutrizionale. Questi saranno poi somministrati tal quali nelle vasche degli avannotti o previo eventuale arricchimento con integratori a base di acidi grassi. Il mercato offre da alcuni anni anche invertebrati (larve e crostacei) commercializzati vivi acquistabili in comodi sacchetti igienicamente controllati (Fig. 16) ma l’utilizzo del prodotto deve avvenire in poco tempo e ciò non rende questi alimenti ancora molto richiesti dagli hobbisti. Alcuni hobbisti sono soliti anche allevare cibo vivo in piccoli recipienti, in casa o all’aperto. Tale pratica (Fig.17 e 18), diffusa soprattutto tra i più esperti, pur garantendo un alimento estremamente appetibile per i pesci non fornisce alcuna garanzia sanitaria.

Fig.16 Sacchetti alimento vivo Arbuatti

Fig.18 coltura Drosophila home made Arbuatti

Parametri immagini open access, articolo Alimentazione pesci ornamentali 2

Fig. 1 Artemia salina Link: https://www.flickr.com/photos/saulspics/2981758939/
Autore: sdolgin Diritti d’utilizzo: CC BY 2.0

Fig. 6 Daphnia Link: https://www.flickr.com/photos/92416586@N05/22412999131/
Autore: NTNU, Faculty of Natural Sciences
Diritti d’utilizzo: CC BY 2.0

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