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Ectoparassiti della cavia

  • Disciplina: Medicina (ANIMALI ESOTICI)
  • Specie: Cavia

Il parassita cutaneo più comune nella cavia è Trixacarus caviae (Fig. 1a e b), un acaro dall’aspetto simile a Notoedres che ha un ciclo vitale di 10-14 giorni.

Il parassita può restare asintomatico a lungo (anche mesi o anni), ma in genere i sintomi clinici compaiono 3-5 settimane dopo il contagio.  La localizzazione è inizialmente a livello di parte dorsale di collo e dorso (Fig. 2a e b), ma progressivamente si estende al resto del corpo. Le lesioni sono dovute principalmente all’autotraumatismo causato dall’intenso prurito, con eritema, ulcerazioni, alopecia e nei casi cronici lichenificazione (ispessimento della cute) e scaglie bianco-giallastre. La cavia a causa del prurito può presentare una sintomatologia nervosa e a volte manifesta addirittura attacchi convulsivi erroneamente interpretati come sintomi neurologici. È comune lo stato di portatore asintomatico, con acutizzazione dei sintomi in caso di stress, vecchiaia, patologie concomitanti, ipovitaminosi C.

La diagnosi viene confermata mediante raschiati cutanei, tuttavia i parassiti non sono facili da trovare e se si sospetta la malattia conviene comunque tentare la terapia. Il trattamento più semplice ed efficace consiste nella somministrazione di ivermectina (0,3-0,5 mg/kg PO o SC a intervalli di 2 settimane, fino a guarigione). La via orale non è consigliata in animali di meno di tre settimane. Le cavie gravide possono essere trattate con ivermectina senza effetti avversi. È efficace anche la selamectina per via topica (sulla cute della nuca) alla dose di 6-12 mg/kg una volta al mese. Nei casi più gravi può essere di aiuto la somministrazione di meloxicam. Questa patologia rappresenta una zoonosi minore: le persone in contatto con le cavie ammalate possono sviluppare una dermatite pruriginosa.
Altri acari che possono infestare la cavia sono: Sarcoptes scabiei, Notoedres muris e Myocoptes musculinus, che danno dermatiti pruriginose. Anche in questo caso la diagnosi si effettua mediante raschiati cutanei e la terapia di scelta è l’ivermectina.

La cavia può presentare due tipi di pidocchi: Gliricola porcelli (Fig. 3), più comune, e Gyropus ovalis (Figg. 4a e b). In genere non sono presenti segni clinici, ma in caso di infestazione massiccia si ha prurito, alopecia e formazione di croste. I parassiti possono anche essere osservati a occhio nudo e identificati al microscopio. Lo scotch test è utile per la raccolta dei parassiti.


Chirodiscoides caviae è un acaro poco comune del pelo della cavia e di solito è asintomatico. In caso di infestazioni massive si può osservare autotraumatismo e dermatite ulcerativa, oun’alopecia autoindotta dell’area lombosacrale, a causa del prurito intenso. L’osservazione microscopica del pelo o lo scotch test permettono di identificare i parassiti.Per questi ectoparassiti il trattamento si esegue o con prodotti a base di piretro adatti all’uso nel gatto o con ivermectina.

Demodex caviae è un parassita raro nella cavia e può essere asintomatico. I segni clinici comprendono alopecia, eritema, papule e croste con prurito variabile a livello di testa, tronco e arti anteriori. Si rileva abbastanza facilmente mediante raschiati cutanei profondi; la diagnosi si può effettuare anche mediante biopsia cutanea. Il trattamento consiste nell’eseguire bagni con amitraz (250 ppm) una volta alla settimana, fino a un mese dopo la negativizzazione dei raschiati. È anche riportato l’impiego di ivermectina (0,3 – 0,5 mg/kg SC da ripetere dopo 8-10 giorni).

Occasionalmente le cavie possono essere infestate da pulci. Il trattamento si può effettuare con polveri al piretro adatte ai gatti. Ovviamente vanno trattati tutti gli animali in contatto, anche di altre specie.


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