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Alimentazione del topo domestico

  • Disciplina: Biologia e gestione (ANIMALI ESOTICI)
  • Specie: Topo

Il topo è uno dei mammiferi “onnivori” per eccellenza ed è in grado di ricavare nutrimento più o meno da tutto ciò che di organico trova in natura. Per una questione di praticità l'alimentazione del topo pet è spesso a base di mangimi pellettati appositamente formulati che contengono, all’incirca, il 16-18% di proteine e il 4-5% di grassi che generalmente viene assunto in ragione di 4-5 grammi al giorno per animale, anche se è bene somministrare l’alimento ad libitum in modo che ogni singolo roditore possa auto-regolare il proprio consumo in funzione dei fabbisogni fisiologici. I mangimi pellettati sono generalmente di grosse dimensioni (fino ad 1 cm di diametro) (Fig. 1) e  sono composti di varie materie prime tra le quali ricordiamo: farina di mais, di orzo, di frumento, di estrazione di soia, di erba medica disidratata, di carne e di pesce nonché siero di latte in polvere e lievito di birra. Altre diete commerciali sono a base di semi (mais, avena, frumento, miglio, orzo e girasole) (Fig. 2) nonché alimenti fioccati o sotto forma di crocchette. Attenzione ad alimentare gli animali con eccessive quantità di semi di girasole che, nonostante l’elevata appetibilità, sono però molto carenti in calcio e troppo ricchi in grassi e colesterolo. Altri alimenti consigliati sono frutta e verdura in piccole quantità ma attenzione con la frutta secca: questa dovrebbe essere fornita con moderazione e completa di guscio per aiutare il consumo dei denti. Eventualmente si può aggiungere alla razione una crocchetta di cibo light per cani un paio di volte a settimana. Pane secco e biscotti sono molto graditi ma devono essere considerati comunque un premio e sempre a piccole dosi. Il cioccolato dovrebbe sempre essere evitato.

Il topo effettua regolarmente la coprofagia dalla quale recupera molti elementi nutritivi che altrimenti andrebbero persi. Il consumo di acqua si aggira mediamente intorno ai 6-7 millilitri al giorno anche se la quantità può variare notevolmente in funzione della stagione e dell’assunzione di alimento secco od umido: anche per l’acqua vale il discorso della somministrazione “a volontà”. Le mangiatoie in genere sono costituiti da ciotoline o piccoli contenitori piuttosto che mangiatoie “a tramoggia” mentre per il beverolo è meglio affidarsi a piccole bottiglie con beccuccio metallico (vanno bene le comunissime bottiglie utilizzate per gli altri roditori) (Figg. 3 e 4) al posto delle ciotole che verrebbero impropriamente usate come vasche da bagno o, peggio ancora, rovesciate. Nel caso di alimentazione con mangime pellettato ci si può avvalere anche di apposite rastrelliere che ne minimizzano gli sprechi (Fig. 5).

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